Si tratta della piccola e suggestiva Chiesa dove, secondo la tradizione, fu
martirizzato Sant’Efisio, guerriero romano convertitosi al cristianesimo, a
cui è dedicata. È il luogo di arrivo della processione devozionale che ai
primi di maggio, da oltre trecento anni, onora il martire Efisio conducendolo
qui dall’omonima chiesa cagliaritana di Stampace, dove dimora per il resto
dell’anno.
La chiesa di Sant’Efisio deve il suo fascino ambientale al contrasto fra la
calda arenaria di costruzione e i colori del mare che lambisce la spiaggia, e
quello architettonico alla suggestione arcaica emanata dall’interno, dove
ancora si respira un’atmosfera pregna di devozione.
Dal piano pavimentale del presbiterio emerge una struttura cupolata,
accessibile oggi dalla cripta, nella quale si è proposto di riconoscere i
resti del martyrium altomedievale in cui il santo trovò sepoltura, prima che
le sue reliquie fossero traslate a Pisa.
Il santuario fu ricostruito ex novo in forme protoromaniche, dopo che il
giudice cagliaritano Costantino Salusio II de Lacon Gunale nel 1089 donò il
Sant’Efisio all’abbazia benedettina di San Vittore di Marsiglia.
Probabilmente il cantiere fu affidato da un architetto di formazione
catalana. La chiesa fu edificata in conci di arenaria e calcare di pezzatura
massima, recuperati dalle mura dell’antica Nora. Nel fianco S venne
riutilizzata una stele funeraria fenicio-punica.
La pianta è a tre navate, tutte con volte a botte irrobustite da sottarchi.
Le navate sono divise da arcate che si impostano su robusti pilastri.
L’abside, disposta a S/E, è priva di monofore, pertanto la luce penetrava
solo da quelle aperte lungo i fianchi.
La facciata romanica si trovava dove oggi si innalza il superstite campanile
a vela, ma fra il XVII e il XVIII secolo fu sfondata e le fu addossato un
atrio porticato. (www.sardegnacultura.it )
Le caratteristiche architettoniche e l’importanza culturale di questa
particolare Chiesetta richiedono un allestimento floreale che la valorizzi
senza risultare eccessivo. Abbiamo optato per delle semplici ma eleganti
margherite che ci sembra abbiano accompagnato egregiamente l’atmosfera di
questo luogo, conferendo anche un’aria più ‘gentile’.
Ringraziamo la fotografa Carla Picciau per le meravigliose immagini che
riescono a rendere palpabile la magia che qui si respira.